ISERNIA - “Sono sempre stato consapevole del fatto che l’abolizione della nostra Provincia è una eventualità non ancora scongiurata” – è il commento a caldo del Presidente della Provincia di Isernia Luigi Mazzuto, subito dopo esser venuto a conoscenza dell’approvazione da parte della commissione Affari Costituzionali della Camera dell’emendamento proposto dal relatore al ddl sulla Carta delle Autonomie, Donato Bruno, che prevede che la popolazione delle province non possa essere in ogni caso inferiore ai 200 mila abitanti.

“Se da un lato siamo preoccupati per il destino della nostra Provincia – ha dichiarato Mazzuto – dall’altro è da cogliere come positivo il limite ai tagli posto a quelle Province il cui territorio sia per oltre il 50% montano, condizione favorevole per la nostra Provincia, costituita per circa il 70% da montagna, e dove la maggior parte dei comuni è situata in zone montuose. Con tale requisito, però, sopravvivranno le Province con una popolazione al di sopra dei 150mila abitanti e quella di Isernia si ferma agli 88mila.

Il rischio dunque permane, ma l’introduzione di questo emendamento rispetto alla Manovra così come stilata nel documento originario lascia ben sperare che si possano creare ulteriori vincoli ai tagli di quelle Province che, come la nostra, sono caratterizzate da una morfologia accidentata e che necessitano di avere una gestione dei territori autonoma. Al vaglio del Governo – aggiunge poi fiducioso Mazzuto – finiranno i bilanci degli Enti indicati come ‘superflui’ e certamente la scure dei tagli si abbatterà su quelle Province con situazioni finanziarie dissestate. Certo una considerazione va fatta alla luce dell’esistenza di altri emendamenti che fissano, diversamente da quello dell’On. Bruno, limiti a 250mila o a 500mila abitanti.

Non mi sembra un criterio attendibile quello di stimare la validità di una Provincia e il suo ruolo istituzionale sul territorio sulla base della quantità della popolazione. Sarebbe necessario piuttosto valutare i compiti gestionali e amministrativi di questi Enti e capire se le Province servano o meno – ha continuato con toni duri il Presidente –. Perché qualora si accertasse l’inutilità dell’Ente provinciale, allora sarebbero da sopprimere tutte le Province in Italia, non solo quelle meno popolose”.

 Poi, il presidente dell’Ente di Via Berta ha annunciato di volersi rivolgere all’Unione delle Province Italiane, l’Associazione che rappresenta tutte le Province della Penisola e che svolge compiti di valorizzazione, promozione, supporto tecnico e politico in favore delle associate, promuovendo la tutela delle istanze locali presso il Governo e il Parlamento.

Impegnerò il presidente dell’UPI, Giuseppe Castiglione – ha concluso Mazzuto – ad intervenire, convocando con urgenza il Direttivo nazionale, al fine di promuovere un’azione comune che tuteli il ruolo delle Province come Enti di riferimento per le popolazioni residenti nei vari ambiti territoriali e, nel contempo, continueremo a lavorare perché la nostra Provincia possa essere punto di riferimento anche per quei comuni abruzzesi dell’Alto Sangro che hanno chiaramente manifestato la volontà di entrare a far parte del nostro ambito di Governo”.  

Share

Riguardo Autore

admin

(0) Commenti