Michelangelo Merisi e il suo genio
|Tutti noi lo conosciamo come Caravaggio, colui che rese la pittura drammaturgica e quasi reale. Le sue tele sono famose per la contraddizione che ne concernano, ovvero la luce e l’ombra. Ma non era famoso solo per la sua arte… Era un
individuo stravagante e secondo molti critici d’arte: “un artista maledetto”. Si maledetto, ma perché? Non aveva di certo un malocchio su di sé, ma nella vita non ebbe un immagine buona: aveva ucciso un uomo, era un ribelle per natura e dovette nascondersi per non essere giustiziato con la pena di morte.
L’Arte di Caravaggio
Non era facile la vita di Merisi, ma non è facile neanche comprendere la sua arte. Lasciando alle spalle il capitolo dolente della vita privata del pittore, volgiamoci ad osservare la magnificenza dei suoi quadri.
Egli fu ammirato durante la sua vita, ma presto dimenticato grazie anche alle critiche dei suoi successori. Solo a metà del XX secolo risuscitò l’amore per le tele di Michelangelo Merisi. I primi quadri del maestro furono caratterizzati da uno sfondo più chiaro e tenue, come nel “Ragazzo morso da un ramarro”, con l’espressione di fastidio e un po’ di paura, o “Bacco”, che ci esamina con il suo sguardo assente e pesante. Queste tavole, realizzate durante il periodo romano, non sono le uniche a stupirci. Più il pittore apprendeva l’uso della luce artificiale, più comparivano nelle sue creazioni figure realistiche che uscivano dallo sfondo scuro, illuminate da una forte luce, quasi come se riportate in vita.
Roma e Napoli
Abbiamo la fortuna di contemplare stupefacenti lavori come “Crocifissione di San Pietro” e le tre meravigliose tele della Chiesa di San Luigi dei Francesi, sempre a Roma. Ne seguì, però, un altro periodo: il periodo napoletano. Qui la vita del pittore cominciò la sua decadenza e ne risentì anche la sua arte. Incominciano ad uscire fuori capolavori come “Flagellazione di Cristo”, un vortice drammatico di tensione emotiva e fisica, oppure “Sette opere di Misericordia”, un concentrato di figure riemerse dall’oscurità in un possibile vicolo di Napoli.
Il gioco delle luci
Insomma, Caravaggio fu capace di stregarci con il gioco delle luci, quel combinare di atmosfere tese e drammatiche, immortalate con una perfezione tale da competere con le odierne fotografie. La sua è una testimonianza della fatica, della sofferenza… La “vera” immagine della vita del 1600. Nelle opere rappresentava ladri, prostitute e persone di tutti i giorni, per poter rendere i quadri vivi, impressionanti e veritieri. Certamente non tutti compresero il suo modo di fare, sia nell’arte che nella vita, ma rimane il fatto che resta uno tra i più imitati e studiati. Migliaia di persone si mettono in viaggio per poter ammirare la grandiosità del chiaro-scuro caravaggesco, per poi rimanere allibite dal suo intramontabile fascino.
Personalmente considero Merisi uno dei pilastri della storia dell’arte, perché ebbe il coraggio di vedere oltre la perfezione imposta dalla chiesa e dai dogmi del tempo e fu capace di mischiare la sua vita con i suoi quadri. Ci ha lasciato
una vasta testimonianza dei suoi lavori. D’altronde non credo sapesse il detto “impara l’arte e mettila da parte”.
Un artista che ha fatto la storia, e che continua a far parlare di se… Gli dobbiamo davvero molto.